MONDI INTERNI, MONDI ESTERNI: parte 4

OLTRE IL PENSIERO

La vita, la libertá e la ricerca della felicitá. Viviamo le nostre vite cercando la felicitá, lá fuori, come se fosse una merce. Siamo diventati schiavi dei nostri stessi desideri e aneli. La felicitá non é qualcosa che puó essere ricercata, comprata, come un vestito economico. Questo é Maya, l’illusione, il gioco interminabile delle forme, nella tradizione buddhista, SAMSARA, o il ciclo interminabile della sofferenza, che si perpetua a causa del desiderio del piacere e dell’avversione al dolore. Freud si riferí a questo come al “principio del piacere”. Tutto ció che facciamo é un tentativo di creare piacere, per ottenere qualcosa che desideriamo o per evitare qualcosa di indesiderato, che non vogliamo. Perfino un organismo semplice come il paramecium puó fare questo. Si chiama risposta allo stimolo. Ma, a differenza di un paramecium, noi umani abbiamo piú possibilitá di scelta. Siamo liberi di pensare. E il problema é proprio quello. É pensare a ció che desideriamo, che é fuori controllo.

Il dilemma della societá moderna é che proviamo a capire il mondo non in termini di coscienza interna arcaica, bensí quantificando e qualificando ció che percepiamo come il mondo esterno, attraverso mezzi scientifici e mentali. Pensare ha portato soltanto a pensare di piú e a fare piú domande. Aneliamo a conoscere il segreto che crea il mondo e orienta il suo cammino ma consideriamo questa essenza come se fosse fuori di noi, non come una cosa vivente e inerente alla nostra natura. Fu il filosofo Karl Jung a dire: “Chi guarda fuori, sogna, chi guarda dentro si risveglia”. Non c’é niente di male a desiderare di risvegliarsi, essere felici. Ció che é male é cercare la felicitá fuori, mentre si puó trovare solo nel nostro interiore.

Il 4 agosto del 2010, nella conferenza TECHONOMY in California, a Lake Tahoe, Eric Schmidt, direttore esecutivo di Google ha menzionato una statistica sorprendente: ogni 2 giorni, creiamo la stessa quantitá di informazione che abbiamo creato dagli albori della civiltá fino all’anno 2003. Qualcosa come 5 exabytes di dati. Mai, nella storia dell’umanitá, abbiamo usato tanto la mente e mai c’é stata tanta confusione nel pianeta. Potrebbe essere che ogni volta che pensiamo alla soluzione di un problema, creiamo due problemi? A cosa serve pensare tanto se non conduce a una maggiore felicitá? Siamo piú felici? Piú equanimi? Piú allegri, come risultato di tanto pensare? O forse ci isola, ci sconnette da un’esperienza piú profonda, piú significativa della vita. Pensare, agire e fare devono essere in equilibrio con l’essere, dopo tutto siamo “esseri” umani, non “atti” umani.

Vogliamo un cambio e allo stesso tempo vogliamo stabilitá: I nostri cuori si sono sconnessi dalla spirale della vita, dalla legge del cambio, mentre le nostre menti pensanti ci conducono verso la stabilitá, le sicurezze e la pace dei sensi. Con interesse morboso osserviamo omicidi, tsunami, terremoti e guerre. Costantemente cerchiamo di occupare la nostra mente colmandola di informazione. Programmi televisivi trasmessi da ogni dispositivo immaginabile. Giochi e rompicapi, messaggi di testo e tutte le trivialitá possibili. Ci lasciamo affascinare dalla corrente infinita di nuove immagini, nuove informazioni, nuovi modi di provocare e pacificare i nostri sensi. Nei momenti di riflessione interiore, il nostro cuore ci dirá che c’é qualcosa di piú della nostra realtá attuale. Che viviamo in un mondo di spiriti affamati, che anelano sempre di piú, mai soddisfatti. Abbiamo creato una voragine di dati che volano intorno al pianeta per essere raggiunti da piú pensieri, piú idee su come sistemare il mondo, per risolvere i problemi che esistono, solo perché la mente li ha creati. I pensieri hanno creato tutto il guaio nel quale ci troviamo attualmente. Risolviamo malattie, nemici e problemi con guerre. Il paradosso é che ció a cui si resiste, persiste. Piú si oppone resistenza a qualcosa, piú gli si dá forza. Come se esercitassimo un muscolo; in realtá stiamo rafforzando ció di cui giustamente ci vogliamo disfare.

Allora, qual é l’alternativa al pensiero? Quali altri meccanismi possono utilizzare gli esseri umani per esistere in questo pianeta? Mentre la cultura occidentale, negli ultimi secoli si é centrata nell’esplorazione del fisico mediante l’uso del pensiero e dell’analisi, altre culture antiche hanno sviluppato tecnologie ugualmente sofisticate per esplorare lo spazio interiore. É la perdita della nostra connessione con il nostro mondo interiore, ció che ha creato uno squilibrio nel nostro Pianeta. L’antico detto “conosci te stesso” é stato rimpiazzato dal desiderio di sperimentare nel mondo esterno della forma. Rispondere alla domanda “chi sono?” non é semplicemente una questione di descrivere ció che c’é nel tuo biglietto da visita. Nel buddhismo non sei il contenuto della tua coscienza. Non sei nemmeno una collezione di pensieri e idee, perché dietro i pensieri c’é colui che é testimone dei pensieri. Il detto enfatico “conosci te stesso” é un Koan del Zen, un indovinello senza risposta. Con il tempo la mente si sentirá esausta, cercando di trovare una risposta. Come un cane che si morde la coda, é solo l’identitá dell’ego che vuole trovare una risposta, un proposito. La veritá di ció che sei non ha bisogno di una risposta, poiché tutte le domande sono create dalla mente egoica. Non sei la tua mente. La veritá non é nelle risposte. É in meno domande. Come disse Joseph Campbell: “Non credo che la gente stia cercando il significato della vita, cerca piuttosto l’esperienza della vita”. Quando chiesero a Buddha “che cosa sei?”, lui semplicemente rispose: “sono sveglio”. Che cosa vuol dire essere svegli? Buddha non dice esattamente cosa sia perché la fioritura di ogni vita individuale é diversa, peró dice qualcosa: é la fine della sofferenza. Ogni tradizione religiosa importante ha un nome per lo stato di risvegliato. Cielo, Nirvana o Moksha, una mente in calma é l’unica cosa che serve per comprendere la natura della corrente. Tutto il resto succederá da solo, una volta che la tua mente sia calma. In quella quiete, le energie interne si risvegliano e funzionano senza bisogno di nessuno sforzo da parte tua. Come dicono i Taoisti: “il Chi segue la coscienza”. Rimanendo calmo uno comincia a sentire la saggezza delle piante e degli animali, i quieti sussurri dei sogni, e si impara il sottile meccanismo con il quale i sogni si manifestano nella forma materiale. Nel TAO TE CHING questo tipo di vita si chiama WEI WU WEI: fare, non fare. Buddha parló del cammino intermedio come del sentiero che conduce all’illuminazione. Aristotele descrisse il giusto mezzo: il punto medio tra due estremi, come un sentiero di bellezza, senza troppo sforzo, ma nemmeno poco. Yin e Yang in equilibrio perfetto.

La nozione di Vedanta, su Maya e l’illusione, é che noi non sperimentiamo l’ambiente, ma una proiezione creata dai pensieri. Certamente i tuoi pensieri ti permettono di sperimentare il mondo vibratorio in un certo modo, peró la nostra equanimitá interiore non deve essere soggetta ad avvenimenti esterni. La credenza di un mondo esterno indipendente dal soggetto che percepisce é fondamentale per la scienza. Peró i nostri sensi ci possono dare solo informazione indiretta. Le nostre nozioni riguardo a questo mondo fisico creato dalla nostra mente, sono sempre filtrate dai nostri sensi e, pertanto, sono sempre incomplete. C’é un campo di vibrazione che soggiace sotto tutti i nostri sensi. Le persone con una condizione fisica chiamata SINESTESIA, a volte sentono questo campo vibratorio in diversi modi. Il sinestesico puó vedere i suoni come colori e forme, o le qualitá associate da un senso ad un altro. La sinestesia si riferisce ad una sintesi, o amalgama, dei sei sensi. I Chakra e i sensi sono come un prisma che filtra una serie di vibrazioni. Tutte le cose dell’Universo stanno vibrando a differenti velocitá e frequenze. L’Occhio di Horus é composto da sei simboli, ognuno dei quali rappresenta uno dei sensi. Come nel pensiero vedico antico, il pensiero é considerato uno dei sensi

 

 

I pensieri si percepiscono simultaneamente come sensazioni che si sperimentano nel corpo. Sorgono dalla stessa fonte vibratoria. Il pensiero é semplicemente uno strumento, uno dei sei sensi. Peró lo abbiamo portato ad uno stato talmente elevato che ci identifichiamo nei nostri pensieri. Il fatto di non considerare il pensiero come uno dei sei sensi é molto significativo. Siamo cosí immersi nei nostri pensieri che cercare di spiegare lo stesso pensiero é come cercare di spiegare l’acqua a un pesce. Acqua? Quale acqua?

Nelle Upanishad si dice: “Non é ció che l’occhio puó vedere, ma mediante cosa puó vedere l’occhio. Prendi coscienza di questo per essere Brahma l’eterno e non ció che la gente qui adora. Non é ció che l’udito puó ascoltare, ma mediante cosa l’udito puó ascoltare. Prendi coscienza di questo per essere Brahma l’eterno e non ció che la gente qui adora. Non é ció che la parola puó illuminare, ma attraverso cosa la parola puó illuminare se stessa. Prendi coscienza di questo per essere Brahma l’eterno e non ció che la gente qui adora. Non ció che la mente puó pensare, ma mediante cosa la mente puó pensare. Prendi coscienza di questo per essere Brahma l’eterno e non ció che la gente qui adora.

Negli ultimi decenni, grandi progressi sono stati fatti nell’ambito della ricerca cerebrale. Gli scienziati hanno scoperto la “plasticitá cerebrale”, un termine che esprime l’idea che la struttura fisica del cervello cambia a seconda dei pensieri che si muovono attraverso di esso. Come espresse lo psicologo canadese Donald Merb: “I neuroni che si mettono in moto allo stesso tempo, si connettono tra di loro”. I neuroni si connettono al massimo quando una persona entra in uno stato di attenzione ininterrotta. Questo significa che é possibile dirigere la tua propria esperienza soggettiva della realtá. Letteralmente, se i tuoi pensieri sono di timore, preoccupazione, ansia e negativitá stai incrementando la connessione perché sorgano piú pensieri simili. Se dirigi i tuoi pensieri verso l’amore, la compassione, la gratitudine e l’allegria crei la connessione per ripetere queste esperienze. Peró, come fare questo quando siamo circondati da violenza e sofferenza? Non sará questo una specie di inganno o vana illusione? La plasticitá cerebrale non é lo stesso della nozione della Nuova Era che dice che crei la tua realtá con pensieri positivi. In realtá é la stessa cosa che insegnó Buddha, 2500 anni fa. La meditazione Vipassana, o la meditazione introspettiva, potrebbe descriversi come plasticitá cerebrale “autodiretta”. Accetta la tua realtá cosí com’é: come REALMENTE é. Peró sperimentalo a livello della radice della sensazione, a livello vibratorio o energetico, senza il pregiudizio o l’influenza del pensiero. Attraverso una intensa attenzione ininterrotta a livello della radice della coscienza si crea la connessione per una percezione completamente diversa della realtá.

La maggior parte del tempo intendiamo al contrario. Stiamo costantemente permettendo che le idee sul mondo esteriore conformino le nostre reti neuronali. Ma la nostra equanimitá interiore non deve essere soggetta ad avvenimenti esterni. Le circostanze non importano. Importa solo il mio stato di coscienza. MEDITAZIONE in sanscrito significa essere libero da qualsiasi tipo di misurazione o valutazione. Libero da qualsiasi comparazione. Da qualsiasi divenire. Non stai cercando di essere qualcosa. Sei d’accordo con tutto ció che é. Il modo di superare la sofferenza del regno fisico é accettarla completamente, dire di si a tutto, in modo che entri a far parte di te, invece di essere tu avvolta da essa.

Come si puó vivere in modo che la coscienza smetta di essere in conflitto con il suo contenuto? Come si puó svuotare il cuore dalle ambizioni misere? Deve esserci una rivoluzione totale nella coscienza. Un cambio radicale nell’orientamento del mondo esteriore verso l’interiore. Non é una rivoluzione provocata solo dalla volontá e dallo sforzo, ma anche da una resa totale. L’accettazione della realtá cosí com’é. “Solo attraverso il cuore possiamo toccare il cielo”, Rumi. L’immagine del cuore aperto di Cristo trasmette in modo potente l’idea che uno deve aprirsi al dolore, deve accettare tutto, se desidera rimanere aperto alla fonte dell’evoluzione. Questo non significa diventare un masochista, non cerchi il dolore, ma quando il dolore viene, che inevitabilmente succede, semplicemente accetti la realtá, cosí com’é, invece di desiderarne una diversa. Gli Hawaiani hanno creduto per molto tempo che é attraverso il cuore che impariamo la veritá. Il cuore ha la sua propria intelligenza, ovvia come quella del cervello. Gi egizi credevano che fosse il cuore, e non il cervello, la Fonte della Sapienza umana. Il cuore era considerato il centro dell’anima e della personalitá. Era attraverso il cuore che si esprimeva la Divinitá e impartiva conoscenza agli antichi egizi sul loro vero cammino. Era considerata una cosa buona passare all’aldilá con un cuore leggero. Questo significava che avevi avuto una buona vita.

Una tappa universale, o archetipica, che sperimentano le persone nel processo del risveglio del cuore, é l’esperienza dell’energia personale come energia universale. Quando ti permetti di sentire questo amore, quando connetti il tuo mondo interiore al mondo esteriore, allora tutto é UNO. Come possiamo sperimentare la musica delle sfere? Come si apre il cuore? Sri Ramana Maharshi disse: “Dio abita in te e non devi fare niente per essere cosciente di Dio o di te stesso. É il tuo stato vero e naturale. Abbandona soltanto qualsiasi ricerca, dirigi la tua attenzione dentro e sacrifica la tua mente all’unico Essere, che irradia dal cuore del tuo stesso essere. Perché questo diventi la tua esperienza di vita nel presente, l’autoconoscenza é l’unico cammino diretto e immediato”.

Quando concili e osservi le sensazioni interne, la tua vitalitá interiore, stai osservando in realtá il cambio. Questa forza del cambio é il sorgere e morire che succede quando l’energia ha raggiunto l’illuminazione, é il grado in cui uno ha acquisito la capacitá di adattarsi ad ogni momento o a trasmutare la corrente di circostanze umane, sempre mutante, il dolore e il piacere, in gioia.

Leo Tolstoi, autore di Guerra e Pace disse: “Tutto il mondo pensa di cambiare il mondo ma nessuno pensa a cambiare se stesso”. Darwin disse che la caratteristica piú importante per la sopravvivenza della specie non é la forza o l’intelligenza, ma la capacitá di adattarsi ai cambi. Dobbiamo diventare esperti di adattabilitá. Questo é l’insegnamento buddhista di Annica. Tutto sta sorgendo e scomparendo, cambiando. Il cambio é costante. La sofferenza esiste solo perché ci attacchiamo a qualcosa in particolare. Quando ti connetti alla tua parte osservatrice, con la comprensione di Annica, la gioia sorge nel cuore.

Santi, saggi e yogi, durante la storia, hanno descritto in modo unanime l’unione sacra che si produce nel cuore. Che si tratti delle opere di San Juan de la Cruz, i poemi di Rumi o gli insegnamenti tantrici dell’India, tutti cercano di esprimere il mistero sottile del cuore. Nel cuore avviene l’unione di Shiva e Shakti. La penetrazione mascolina nella spirale della vita e la resa femminile al cambio. Osservare e accettare in modo incondizionale tutto ció che é. Con il fine di aprire il tuo cuore, devi aprirti ai cambi. Vivere nel mondo apparentemente solido, danzare con esso, compromettersi con esso, vivere pienamente, amare completamente, sapendo peró che é transitorio e che, alla fine, tutte le forme si dissolvono e cambiano. La gioia é l’energia che risponde alla calma. Sorge quando si svuota la coscienza da qualsiasi contenuto. Il contenuto di questa energia di gioia, prodotta dalla calma, é la coscienza. Una nuova coscienza del cuore. Una coscienza connessa a tutto ció che é

 

 

I problemi dell’ego a mantenersi nell’ “adesso”

Tutti passiamo la maggior parte del nostro tempo vivendo nel futuro, o nel passato, e da questo vengono la maggior parte delle nostre frustrazioni e ansietá. I processi mentali che reggono e controllano la nostra psiche, iniziando dal programma ego inteso come software di gestione della stessa, non comprendono, non sono programmati, per mantenersi nel momento presente. Per questo saltano senza sosta tra le routine e i parametri che li compongono, verso ció che verrá, per quello che viene percepito come futuro, o verso ció che é stato, il passato, e in questo si basano per costruire e prepararsi a ció che forse, arriverá.

Non potendo esistere nell’istante attuale, condannano tutti noi, che funzioniamo normalmente in modo automatico o semiautomatico, a non essere mai presenti in questo “adesso”, a meno che non facciamo lo sforzo cosciente di tornare a “questo momento” in modo ricorrente, attivando la coscienza dell’essere che siamo, per disattivare l’inerzia dell’ego. Se ci riusciamo, anche solo per pochi istanti, é come riuscire a far atterrare un aereo e toccare di nuovo terra, sentendoci “qui e adesso”, pienamente coscienti di tutto ció che ci circonda. anche se per pochi secondi, per poi tornare a farci dirigere dai processi mentali.

LA COSCIENZA REALE SORMONTATA DA QUELLA ARTIFICIALE

Dov’é ubicata, allora, la nostra coscienza reale quando non siamo presenti? Se io rimango nel “qui e adesso” sento una chiarezza nella percezione della realtá che perdo, quando non ci sono. Peró se io sono la mia coscienza, e non il mio ego né i miei programmi mentali, dove mi trovo ubicata quando non sto sforzandomi di rimanere in presenza totale controllando il veicolo che occupo e i suoi processi mentali? Sono, per cosí dire, sormontata, tappata dalla coscienza artificiale che soggiace e forma la parte esterna e la cappa superficiale della mia sfera di coscienza e mi fornisce i meccanismi per poter vivere in modo semi-automatico, senza che la coscienza del essere o il mio IO superiore, debba intervenire . A meno che non ci sia uno sforzo cosciente da parte di qualche componenete della personalitá che riesca a capire che tutti i meccanismi di gestione della realtá sono soltanto uno strumento al servizio di quest’altra parte piú elevata di noi stessi.

Questo tipo di funzionamento, attraverso il pilota automatico, e le difficoltá che abbiamo a mantenerci nel momento presente sono aggravati dalle innumerevoli distrazioni che vengono dal mondo esteriore. Quando vediamo la tele, quando ascoltiamo musica, quando leggiamo, quando siamo con la mente concentrata in qualcosa che viene da fuori, non possiamo essere presenti “qui e adesso”, poiché quello stato richiede uno sforzo per far tacere la mente e permettere l’uscita in superficie della coscienza dell’essere, mentre cosí ci lasciamo trascinare da ció che stiamo vedendo, in qualche posto o situazione diversi.. Lasciamo cosí che i meccanismi automatici di gestione della percezione prendano il comando e il nostro vero IO torna ad essere sormontato dai programmi di gestione che ci portano a pensare in ció che succederá domani o in ció che abbiamo fatto ieri, per poter preparare, pianificare, proteggere o prevenire qualsiasi tipo di evento che l’ego desidera controllare. E non possiamo smettere di analizzare poiché l’ego agisce in modo indipendente e gestisce i processi mentali, i vari “io” e le sottopersonalitá, a sua convenienza.

UN DISEGNO PER NON STARE NELL’ ADESSO

Perché l’ego non puó vivere nel presente? Perché é un programma che ha come obiettivo ultimo la sopravvivenza del corpo umano e il controllo totale della sua realtá, in tutti i dettagli e a tutti i livelli, e inoltre l’occultazione di tutto quello che non ha a che vedere con la materia del mondo esteriore in cui viviamo. Quando sei in uno stato di “qui e adesso” non c’é niente da pianificare, non c’é niente da preparare, niente da analizzare, niente da prevedere per domani. Ma essere presente é uno stato che l’ego non comprende dal momento che gli nega la sua ragione d’essere e, pertanto lotterá per impedirlo a tutti i costi, attivando decine di meccanismi di cui dispone: attivando ricordi, preoccupazioni, controllando la lista delle cose che bisogna fare, portandoci a scenari mentali di cose che sono giá passate o che possono passare. Tutto ció che si trova nel concetto lineare del passato e tutto ció che si trova nel concetto lineare del futuro é buono per l’ego ma decisamente non ottimale per la manifestazione della nostra coscienza, o IO superiore.

APRENDO BRECCE NELLE BARRIERE

Alla fine, il lavoro che dobbiamo realizzare, non é tanto lottare contro questo ego e il suo funzionamento, ma forzare regolarmente la presenza e la manifestazione della coscienza dell’essere in questo “istante presente”, poiché in questo modo, si rompono le barriere che impediscono che la coscienza del nostro IO superiore prenda il comando in modo naturale dell’insieme della psiche in questa incarnazione che stiamo vivendo. L’essere puó controllare e dirigere il programma ego senza nessun problema, quando ha sufficiente via libera e presenza per farlo, come risultato del lavoro interiore dell’individuo per smontare tutto ció che occulta o impedisce, senza forzare e in modo naturale, per manifestarlo esteriorrmente e poter prendere il controllo dell’esistenza umana, relegando in secondo piano tutti i meccanismi di controllo della stessa.

AHÓ

MONDI INTERNI, MONDI ESTERNI: parte 3

IL SERPENTE E IL LOTO

Prima degli albori della civiltá occidentale e del linguaggio scritto, la scienza e la spiritualitá non erano due cose separate. Negli insediamenti delle grandi tradizioni antiche, la ricerca interna di conoscenza e di certezze era compensata da un sentimento di impermanenza e comprensione intuitiva della spirale del cambio. Nella misura in cui il pensiero scientifico si fece predominante e l’informazione si fu moltiplicando, cominció la frammentazione nei nostri sistemi di conoscenza. L’incremento della specializzazione significava che meno persone erano capaci di vedere il panorama generale, di sentire e intuire l’estetica del sistema nel suo insieme. Nessuno si chiedeva: “Ma tutto questo ragionare, sará buono per noi?”. La saggezza antica é qui tra noi, occulta a prima vista. Ma siamo troppo preoccupati con i nostri pensieri per riconoscerla. Questa saggezza dimenticata é il modo di ristabilire l’equilibrio tra l’interno e l’esterno, Yin e Yang, tra la spirale del cambio e la quiete del nostro centro.

Nella leggenda greca, Asclepio era il figlio di Apollo e dio della medicina. La sua saggezza e le sue abilitá nel curare erano insuperabili e si diceva che aveva scoperto il segreto stesso della vita e della morte. Nell’antica Grecia i templi di guarigione riconoscevano il potere spirituale della Spirale Primordiale. Questo é simbolizzato dal bastone di Asclepio. Si dice che Ippocrate, il padre della medicina, il cui giuramento costituisce ancora il codice morale della professione medica, fu apprendista in un tempio Asclepiano. Ancora oggi questo simbolo della nostra energia evolutiva, si mantiene come il logotipo dell’Associazione Medica Americana ed altre organizzazioni mediche in tutto il mondo.

Nell’iconografia egizia, il serpente e gli uccelli rappresentano la dualitá, o polaritá, della natura umana. Il serpente, in direzione discendente, é la spirale manifestata e l’energia evolutiva del mondo. L’uccello é la direzione ascendente, la corrente diretta verso il sole, o la coscientizzazione univoca del risveglio, il vuoto di Akasha. Faraoni e dei sono rappresentati con la loro energia risvegliata, quando il serpente Kundalini ascende lungo la colonna vertebrale e trapassa il Chakra Ajna, tra gli occhi. Questo viene denominato l’Occhio di Horus.

Nella tradizione Hindú, anche il bindi rappresenta il Terzo Occhio , la connessione divina con lo Spirito. La maschera di Tutankamon é un esempio classico che mostra temi di serpenti e uccelli. Le tradizioni Maya e Azteca combinano il serpente e l’uccello in un unico dio: Quetzalcoátl o Kukulcán. Il dio del serpente alato rappresenta la coscienza evolutiva risvegliata o il Kundalini risvegliato. La persona che risveglia Quetzalcoátl nel suo interiore é una manifestazione vivente del divino. Si dice che Quetzalcoátl, o l’energia del serpente, ritornerá alla fine dei tempi. Simboli di serpenti e uccelli si possono trovare anche nel cristianesimo. Il loro significato reale, che potrebbe essere codificato in modo piú profondo, é lo stesso che in altre tradizioni antiche. Nel cristianesimo, il passero o la colomba si vedono spesso sopra la testa di Cristo; rappresentano lo Spirito Santo, o Kundalini Shakti, che ascende al sesto chakra e oltre. I mistici cristiani chiamano Kundalini con un altro nome: Spirito Santo. In Giovanni 3:14 si dice: “Cosí come Mosé innalzó il serpente nel deserto, allo stesso modo é necessario che il figlio dell’uomo sia innalzato”. Gesú e Mosé risvegliarono la loro energia Kundalini portando il risveglio della coscienza alle forze incoscienti rettiliane che reggono i desideri dell’Essere Umano. Si dice che Gesú passó quaranta giorni e quaranta notti nel deserto, durante i quali fu tentato da Satana. Allo stesso modo Buddha fu tentato da Mare quando si trovava seduto cercando l’Illuminazione sotto l’albero della saggezza. Sia Cristo che Buddha dovettero allontanarsi dalla tentazione dei piaceri sensoriali e mondani. In entrambe le storie, il demonio é la personificazione dei propri attaccamenti.

Se leggiamo la storia di Adamo ed Eva attraverso la luce delle tradizioni vediche ed egizie, scopriamo che il serpente che vigila l’albero della vita é Kundalini. La mela rappresenta l’incanto e la tentazione del mondo sensoriale esterno che distrae dalla conoscenza del mondo interiore. L’albero non é nient’altro che la rete di Nadis, o meridiani di energia dentro di noi, che forma letteralmente strutture ramificate per tutto il corpo.. Nella nostra ricerca egoica di gratificazione esterna, ci siamo separati dalla conoscenza del mondo interiore, dalla nostra connessione con Akasha e con la Fonte della Saggezza.

Molti dei miti storici del mondo sui draghi, possono essere interpretati come metafore delle energie interne delle culture delle quali formano parte. In Cina , il dragone continua ad essere un simbolo sacro che rappresenta la felicitá. Come i faraoni egizi, anche gli antichi imperatori cinesi che avevano risvegliato le loro energie evolutive furono rappresentati da un serpente alato, o drago. Il totem reale dell’imperatore di Giada, o Imperatore Celestiale, mostra un equilibrio simile ai canali di IDA e  PINGALA. Lo Yin e Yang del taoismo é il risveglio del centro pineale o, come denominato nel taoismo, il Dantien superiore.

La Natura é piena di diversi modi di detettare e assimilare la Luce. Per esempio, un riccio di mare realmente puó vedere con il suo corpo spinoso che agisce come un grande occhio. I ricci detettano la luce che illumina le loro spine e comparano l’intensitá dei raggi per farsi un’idea di ció che hanno intorno. Le iguane verdi e altri rettili hanno un occhio parietale, o ghiandola pineale, nella parte superiore della testa che utilizzano per detettare predatori da sopra. La ghiandola pineale umana é una piccola ghiandola endocrina che aiuta a regolare i modelli del sonno e della veglia. Nonostante si trovi profondamente occulta nella testa, la ghiandola pineale é sensibile alla luce.

Il filosofo Descartes riconobbe che l’area intorno alla ghiandola pineale, o terzo occhio, era l’interfaccia tra la coscienza e la materia. Quasi tutto é simmetrico nel corpo umano. Due occhi, due orecchie, due fosse nasali. Perfino il cervello ha due emisferi. Ma c’é un’area nel cervello che non raddoppia. É l’area della ghiandola pineale e il centro energetico che la circonda. A livello fisico, si formano lí, in modo naturale, molecole uniche come il DMT. Il DMT si forma naturalmente anche nel momento della nascita e nel momento della morte, agendo letteralmente come un ponte unico tra il mondo dei vivi e dei morti. Il DMT si produce in modo naturale negli stati di meditazione profonda, o samadhi, o attraverso mezzi enteogeni, come per esempio l’ayahuasca che é usata nelle tradizioni sciamaniche dell’America del Sud per eliminare il velo tra i mondi interni ed esterni.

La parola pineale in sé ha la stessa radice di pigna; la ghiandola pineale presenta un modello a spirale di fillotassi simile. Questo modello, che é anche conosciuto fiore del modello della vita, é comune in opere d’arte antiche che rappresentano esseri illuminati o risvegliati. Quando l’immagine della pigna si osserva in opere d’arte sacra, rappresenta il risveglio del terzo occhio; la coscienza univoca che dirige il flusso di energia evolutiva. La pigna rappresenta la fioritura dei chakra superiori che si attivano mentre SUSHUNA si eleva fino al chakra ASNA e oltre. Nella mitologia greca, seguaci di Dionisio portavano un bastone pastorale gigante avvolto a spirale dalle foglie di un rampicante e con una pigna all’estremo superiore. Ancora una volta rappresenta l’energia di Dionisio, o Kundalini, mentre ascende lungo la colonna vertebrale fino al corpo pineale del sesto chakra. Nel cuore del Vaticano ci si potrebbe aspettare di trovare una gigantesca scultura di Gesú, o Maria, invece c’é una statua di una pigna gigante, a indicare che nella storia cristiana ci possa essere stata conoscenza dei chakra e di Kundalini, ma per qualche ragione, si é mantenuta occulta alla massa. La spiegazione ufficiale della chiesa é che la pigna é un simbolo di rigenerazione e rappresenta la nuova vita in Cristo.

Il filosofo e mistico del secolo XIII, Meister Eckart disse: “L’occhio con il quale io vedo Dio e l’occhio con il quale Lui vede me, é lo stesso”. Buddha disse: “Il corpo é l’occhio”. In stato di Samadhi uno é allo stesso tempo, l’osservatore e l’osservato. Siamo l’Universo cosciente di se stesso. Quando Kundalini si attiva, stimola il sesto chakra e il centro pineale e questa zona comincia a recuperare alcune delle sue funzioni evolutive. La meditazione nell’oscuritá é stata utilizzata per migliaia di anni come modo per attivare il sesto chakra nell’area della ghiandola pineale. L’attivazione di questo centro ci permette di vedere la Luce Interiore. Che si tratti di uno Yogi proverbiale o di uno sciamano in una grotta, di un taoista, di un iniziato maya o di un monaco tibetano, tutte le tradizioni incorporano un periodo di tempo durante il quale uno entra nell’oscuritá. La ghiandola pineale é la porta verso l’esperienza diretta della propria energia sottile. Il filosofo Nietzche disse: “Se guardi fisso nell’abisso per il tempo sufficiente, forse scoprirai che l’abisso sta guardando fisso te”.

I dolmen, antiche tombe a forma di portico, sono tra le strutture piú antiche esistenti sulla Terra. La maggior parte risale al periodo neolitico, da 3000 a 4000 anni prima di Cristo e alcuni, nell’Europa occidentale hanno 7000 anni di antichitá. Il dolmen si utilizzava per entrare in meditazione perpetua come modo per gli umani di formare un ponte tra il mondo esteriore e interiore. Nella misura in cui una persona continua a meditare nell’oscuritá totale, puó cominciare a osservare l’energia interna o la luce dell’attivazione del terzo occhio. I ritmi circadiani retti dal  sole e dai canali della Luna smettono di controllare le funzioni del corpo e si stabilisce un nuovo ritmo.

Il settimo chakra é stato rappresentato dal simbolo OM da migliaia di anni. Un simbolo costituito da segni in sanscrito che rappresentano gli elementi. Quando Kundalini si eleva oltre il sesto chakra, si comincia a creare un alone di energia. Gli aloni appaiono costantemente nelle immagini religiose di differenti tradizioni di ogni parte del mondo.

L’alone, o l’immagine di una distinzione energetica intorno a un essere risvegliato, é comune in tutte le religioni in ogni parte del mondo. Il processo evolutivo del risveglio dei chakra, non é proprio di un gruppo o di una religione, é il diritto inalienabile di ogni essere umano nel pianeta. Il chakra della corona é la connessione con il divino, ció che sta oltre la dualitá, oltre il nome e oltre la forma.

AKENATON fu un faraone, sposo di NEFERTITI. Era chiamato il Figlio del Sole. Lui riscoprí ATON, o la parola di Dio, dentro di lui, riunendo Kundalini alla coscienza. Nell’iconografia egizia, ancora una volta la coscienza risvegliata é rappresentata dal disco solare che si vede sopra le teste degli dei, o esseri risvegliati. Nelle tradizioni Hindú e Yogi, si dá il nome di SAHASRARA  a questo alone, il loto dai mille petali. Buddha é associato al simbolo del fior di loto. Il modello di fillotassi é lo stesso modello che si puó trovare in un fior di loto, é il fiore del modello della vita, il seme della vita. É il modello fondamentale nel quale tutte le forme si adattano. É la forma assoluta dello spazio stesso o una quantitá inerente Akasha.

In un momento della storia, il simbolo del fiore della vita predominava su tutta la Terra. Il fiore della vita lo si trova custodito da leoni nei luoghi piú sacri della Cina e altre parti dell’Asia. I 64 esagrammi del I CHINg, spesso circondano il simbolo del Yin e Yang, che é un’altro modo di rappresentare il fiore della vita. All’interno del fiore della vita c’é la base geometrica di tutti i solidi platonici e di essenzialmente qualsiasi forma esistente. L’antico fiore della vita comincia con la geometria della Stella di David, o con due triangoli rivolti uno verso l’alto e l’altro verso il basso. Tridimensionalmente, sarebbero strutture tetraedriche. Questo simbolo é uno YANTRA, una specie di programma che esiste nell’Universo. La macchina che genera il nostro mondo frattale. Gli Yantra sono stati utilizzati come strumenti per risvegliare la coscienza da migliaia di anni

La forma visuale dello Yantra é una rappresentazione esterna di un processo interno di sviluppo spirituale. É la musica occulta dell’Universo, resa visibile, composta dalle intersezioni di forme geometriche e modelli di interferenze. Ogni chakra é un loto, uno Yantra, un centro psicofisico attraverso il quale puó essere sperimentato il mondo. Uno Yantra tradizionale, cosí come si puó trovare nella tradizione tibetana, possiede interessanti strati di significato che incorporano una cosmologia e una visione del mondo completa. Lo Yantra é un modello in costante evoluzione che lavora attraverso il potere della ripetizione o iterazione di un ciclo. Il potere dello Yantra é quasi andato perduto nel mondo moderno perché noi cerchiamo significati solo in modo esterno e non lo connettiamo alle nostre energie interne, per mezzo dell’intenzione.

C’é una buona ragione per la quale sacerdoti, monaci o yogi sono rimasti tradizionalmente celibi. Oggigiorno solo pochi conoscono il significato del loro celibato, poiché il proposito reale si é perduto. In poche parole se consumi la tua energia producendo spermatozoi o ovuli, a seconda del caso, non ne rimane a sufficienza per impulsare l’ascensione di Kundalini che attiva i chakra superiori. Kundalini é energia vitale, che a sua volta, é energia sessuale. Quando la coscienza si concentra meno in desideri animali e si colloca in ció che riflettono i chakra superiori, questa energia fluisce di ritorno al midollo spinale ascendendo verso quei chakra. Molte delle pratiche tantriche, insegnano a dominare l’energia sessuale con il fine di poterla utilizzare per una maggiore evoluzione spirituale. Il tuo stato di coscienza crea le condizioni adeguate perché la tua energia possa crescere. Entrare in uno stato di coscienza non richiede tempo. Come dice Eckart Tolle: “La coscienza e la presenza sono sempre nell’adesso”. Se stai cercando di fare in modo che succeda qualcosa, allora stai creando resistenza verso ció che é. É l’eliminazione di ogni resistenza ció che permette che l’energia evolutiva si sviluppi. Nella tradizione yogica antica, le posizioni di yoga sono state utilizzate per preparare il corpo alla meditazione. Hata Yoga non é mai stato disegnato come un regime di esercizio, ma come un modo per connettere i nostri mondi interiore ed esteriore. La parola sanscrita HATA , proviene dalle radici sole “HA” e luna “TA”. Nello yoga sutra originale di Patanjali, il proposito degli otto stadi dello Yoga é uguale al nobile ottuplice sentiero del Buddha. Per la liberazione delle sofferenze. Quando le polaritá del mondo duale sono in equilibrio sorge un terzo elemento. Ci incontriamo con la misteriosa chiave dorata che apre le forze evolutive della Natura. Questa sintesi dei canali del sole e della luna é la nostra energia evolutiva.

Considerando che adesso gli esseri umani si identificano quasi esclusivamente con i loro pensieri e con il mondo esteriore, é in rare occasioni che un individuo trova l’equilibrio tra le forze interne ed esterne, che é ció che permette il risveglio naturale di Kundalini. Per coloro che sono identificati solo con l’illusione, Kundalini continuerá a rimanere una metafora, un’idea, invece di un’esperienza diretta dell’energia e la coscienza propria.

 

 

 

Infinito potere di creazione

Credi forse che un Essere supremo o delle forze esterne abbiano controllato la tua vita? Questa non é la veritá.

Sei l’unica responsabile di tutto ció che hai fatto, sperimentato. Tu, che hai il potere di creare la magnificenza delle stelle, hai creato ogni momento e ogni circostanza della tua vita. Hai scelto tu chi sei. Hai scelto tu il tuo aspetto. Il modo in cui vivi, lo hai disegnato tu. Questo é l’esercizio e il privilegio, se vuoi, di essere Dio-uomo.

Tu hai creato la tua vita attraverso i tuoi stessi processi di pensiero e attraverso il tuo modo di pensare. Ogni cosa che pensi la senti, e tutto quello che senti si manifesta per creare le condizioni della tua vita.

Rifletti su questo: basta solo visualizzare per un momento la felicitá e tutto il tuo corpo si sentirá felice. E basta solo entrare per un momento nel ruolo di creatura disgraziata, a cui nessuno vuole bene, e sentirai tristezza e pena per te stessa. Basta solo farlo per un momento. Basta solo un momento per smettere di singhiozzare e ridere con allegria, un solo momento per smettere di giudicare e sentire la bellezza di tutte le cose. Adesso, chi sta facendo tutto questo? Tu. E mentre tu hai questa fantasia di sentimenti creati dentro il tuo essere, é cambiato forse qualcosa intorno a te? No. Peró tutto ció che sei tu, si.

Sei precisamente quello che pensi. La tua vita sará ogni cosa che tu pensi adesso. Se pensi a fantasie erotiche, sarai sedotta. Se pensi alla miseria, avrai miseria. Se pensi all’infelicitá, avrai infelicitá. Se pensi nell’allegria, l’avrai. Se pensi al genio creativo, eccolo.

Come crei il tuo futuro? Attraverso il pensiero. Tutti i tuoi domani sono disegnati dai tuoi pensieri di oggi. Perché ogni pensiero che contempli, ogni fantasia che hai, non importa il suo proposito emozionale, crea un sentimento dentro il tuo corpo che rimane registrato nella tua anima. Quel sentimento quindi, stabilisce un precedente per le condizioni della tua vita, poiché produrrá circostanze che creeranno e rifletteranno quello stesso sentimento registrato nella tua anima.

Devi capire che, ogni parola che pronunci sta creando i tuoi giorni a venire, poiché le parole sono suoni che esprimono sentimenti della tua anima, che sono nati dal pensiero.

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MONDI INTERNI, MONDI ESTERNI – parte 2

Il filosofo Platone, sostenitore di Pitagora, insinuava enigmaticamente che esiste una chiave dorata che unisce tutti i misteri dell’Universo. Questa é la chiave dorata alla quale torneremo piú volte durante questa esplorazione. La chiave dorata é l’intelligenza del LOGOS, la Fonte dell’OM primordiale. Si potrebbe dire che é la mente di Dio. Con i nostri limitati sensi stiamo osservando solo la manifestazione esterna della meccanica occulta dell’autosomiglianza. La fonte di quella simmetria divina é il mistero piú grande della nostra esistenza. Molti dei pensatori monumentali della storia, come Pitagora, Kepler, Leonardo da Vinci, Tesla e Einstein sono arrivati alla sogila del mistero. Einstein disse: “la cosa piú bella che possiamo sperimentare é il misterioso. Questa sperimentazione é la radice di ogni arte e scienza reale. Colui che non conosce questa emozione, che non fa pause per meravigliarsi e rimanere assorto  in ammirazione, é come se fosse morto. I suoi occhi sono chiusi.”

Siamo nella stessa posizione di un bambino che entra in una enorme biblioteca piena di libri in molte lingue diverse. Il bambino sa che qualcuno deve aver scritto quei libri, non sa come, non capisce le lingue in cui sono scritti. Il bambino sospetta appena che ci sia un ordine nella disposizione dei libri, peró non sa qual é. Questo forse corrisponde all’atteggiamento dell’Essere Umano (anche del piú intelligente) nei confronti di Dio. Vediamo un Universo meravigliosamente ordinato che obbedisce a certe leggi. Le nostre menti limitate non possono capire la misteriosa forza che muove le costellazioni. Ogni scienziato che osserva con attenzione l’Universo e ogni mistico che osserva profondamente il suo interiore si trova, prima o poi, faccia a faccia con la stessa cosa, la Spirale Primordiale.

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SECONDA PARTE: LA SPIRALE

Mille anni prima della creazione dell’antico osservatorio di Stonehenge, la Spirale era un simbolo predominante sulla Terra. Antiche Spirali si possono trovare in ogni parte del mondo. Centinaia di antiche spirali si possono trovare in Europa, nel Nuovo Messico, in Utah negli Stati Uniti, Australia, Cina e in Russia e virtualmente in tutte le sculture indigene della storia. Le spirali antiche simbolizzano la crescita, l’espansione e l’energia cosmica incarnata nel sole e nel cielo. La forma di spirale riflette il macrocosmo dell’Universo rivelando se stesso. Nelle tradizioni indigene, la spirale é la fonte energetica, la madre primordiale. Le spirali neolitiche di Newgrange, Irlanda, risalgono a 5000 anni fa. Hanno 500 anni in piú della piramide di Giza e sono ugualmente enigmatiche per gli osservatori moderni. Le spirali risalgono ad un’epoca della storia in cui gli Esseri Umani erano piú connessi con la Terra, con i cicli e le spirali della Natura. Un’epoca in cui gli Esseri Umani si identificavano meno con i pensieri. La spirale é ció che percepiamo come forza di torsione nell’Universo.

Il Prana, o Forza Creativa, fa girare Akasha in una sequenza di forme solide. Si trova in tutti i livelli tra macrocosmo e microcosmo, dalle galassie a spirale fino ai fenomeni meteorologici, l’acqua nella vasca, il nostro DNA.

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Nell’esperienza diretta con la tua energia, la Spirale Primordiale non é un’idea ma piuttosto ció che rende possibile ogni condizione e idea. Vari tipi di spirali e ellissi si trovano in tutto il regno della Natura e molte si possono osservare come spirali logaritmiche, o spirali in crescita. A mano a mano che si avanza verso il centro della spirale le sezioni sono esponenzialmente piú grandi. Come nella rete di Indra, le spirali logaritmiche sono autosomiglianti o olografiche, cosicché le caratteristiche di ogni parte riflettono il congiunto. 2400 anni fa, nell’antica Grecia, Platone considerava la proporzione geometrica continua come il vincolo cosmico piú profondo. La sezione aurea, o numero aureo, o costante di Fidia, o Proporzione Divina, era il segreto piú grande della Natura. Si puó dire che la sezione aurea esprime che la relazione tra A+B e A é uguale alla relazione tra A e B. Per Platone l’anima del mondo é vincolata da una unica risonanza armonica. Lo stesso modello pentagonale che esiste in una stella marina si puó osservare nella traiettoria del pianeta Venere tracciata nel cielo notturno per un periodo di otto anni. Si osserva sia nel mondo intelligibile delle forme nel cielo che negli oggetti materiali sulla Terra, attraverso questo principio dell’autosomiglianza geometrica.

Dai modelli autosomiglianti del broccolo romano fino ai bracci della Galassia, le spirali logaritmiche sono modelli onnipresenti e archetipici. La nostra Via Lattea é una spirale logaritmica formata da diversi bracci, con una pendenza di 12°. Piú la pendenza si accentua, piú compatti saranno i giri. Osservando una pianta che cresce in un video, si diventa testimoni della sua danza con la spirale della vita. Una spirale dorata é una spirale logaritmica che cresce verso l’esterno seguendo il fattore della sezione aurea. La sezione aurea é una relazione matematica speciale che appare piú volte nella Natura. Il modello che osserviamo qui di seguito, la serie di Fibonacci, o la sequenza Fibonacci, si sviluppa in modo che ogni numero sia la somma dei due numeri precedenti. Il matematico e astronomo tedesco Kepler, scoprí che modelli autosomiglianti di spirali sono osservabili nel modo in cui le foglie sono disposte sui rami delle piante o nell’ordine dei petali dei fiori. Leonardo da Vinci osservó che lo spazio nelle foglie aveva spesso la forma di modelli di spirali. Questi modelli si chiamano “fillotassi”. La disposizione fillotassi si puó osservare nei nucleotidi del DNA e in tutto, dall’albero genealogico di un coniglio fino alle pigne, i cactus, i fiocchi di neve e in organismi semplici come le diatomee, che sono i tipi piú comuni di fitoplancton, organismi unicellulari che servono da alimento a numerose specie nella catena alimentare.

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Quanta matematica devi conoscere per essere un girasole o un’ape? La Natura non consulta il dipartimento di fisica per produrre un broccolo. Le strutture si formano automaticamente.

Gli scienziati nel campo della nanotecnologia utilizzano il termine autoassemblaggio per descrivere il modo in cui si formano le strutture, come nella fase iniziale della formazione esagonale del DNA. Nell’ingegneria della nanotecnologia, i nanotubi di carbonio sono composti in modo simile. La Natura produce continuamente questo tipo di geometria, senza sforzo, automaticamente. É precisa ed estremamente efficiente. Secondo il famoso architetto e autore Buckminster Fuller, questi modelli sono una funzione dello spazio-tempo. Il DNA e un alveare hanno quella forma per la stessa ragione per la quale una bolla di sapone é rotonda. É la forma piú efficiente che richiede la minor quantitá di energia.

Lo spazio in sé ha una forma e permette solo certe configurazioni della materia, le piú efficienti. Questi modelli costituiscono il modo piú forte ed efficiente di costruire strutture architettoniche, come le cupole geodetiche.

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I modelli di spirali logaritmiche permettono l’esposizione massima delle piante agli insetti per l’impollinazione, la massima esposizione alla luce solare e alla pioggia, che permette loro di fare arrivare l’acqua in modo efficiente e a spirale, fino alle radici. Gli uccelli rapaci utilizzano il modello a spirale logaritmica per catturare la preda; volare a spirale é il modo piú efficiente di cacciare.

La nostra capacitá di osservare AKASHA che danza la spirale della vita verso la forma materiale, é relazionata con l’abilitá di percepire la bellezza e la simmetria nella Natura. Il poeta William Blake disse:”L’Universo si apre come un fiore dal centro della Terra, dove dimora l’eternitá. Si espande dalle stelle fino alla corteccia mondana ed é lí che si ritrova nuovamente con l’eternitá, sia dentro che fuori”.

Lo studio dei modelli della Natura non é una cosa consueta nel mondo occidentale, ma nell’antica Cina, questa scienza é conosciuta come LI. LI riflette l’ordine dinamico, é il modello della Natura. Ma non é considerata una cosa statica, congelata o immutabile, come un mosaico. É un modello dinamico che si materializza in tutti gli esseri vivi. La forma delle foglie, il carapace delle tartarughe e i modelli delle striature sulle rocce, sono tutte espressioni del linguaggio segreto della Natura e dell’arte. Il labirinto é uno dei tanti modelli di LI. Si trova nelle strutture dei coralli, in diversi tipi di funghi, nella verza e nel cervello umano. Il modello cellulare é un altro modello comune nella Natura. Esiste una gran varietá di differenti strutture cellulari, peró tutte hanno un ordine simile, definito dal suo proposito e dalla sua funzione. É facile rimanere affascinati davanti al gioco costante di forme ma é ancora piú interessante che certe forme archetipiche sembrano essere intessute nella trama della Natura. Il modello di ramificazione é un altro modello LI o modello archetipico osservabile in tutti i livelli e in tutte le scale frattali.

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Prendiamo per esempio questa incredibile immagine di una simulazione al computer conosciuta come la “simulazione del millennio” che mostra la distribuzione della materia oscura nell’universo locale. Fu creata dalla Max Planck Society in Germania. La materia oscura é ció che un tempo consideravamo spazio vuoto. É come un sistema nervoso invisibile che attraversa tutto l’Universo. L’Universo é letteralmente come una mente gigante che sta costantemente utilizzando un tipo di energia oscura o occulta che solo adesso la scienza comincia a capire. Attraverso questa rete immensa, l’insondabile energia si muove fornendo l’impulso per l’espansione e la crescita dell’Universo.

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La Natura crea modelli di ramificazioni automaticamente quando ci sono le condizioni adeguate. La Natura é una macchina generatrice d’arte o un motore creatore di bellezza, come nella formazione dei cristalli: é auto organizzata. Arte generata direttamente dalla Natura. Goethe disse:”La bellezza é una manifestazione delle leggi segrete della Natura, che altrimenti sarebbero a noi occulte per sempre”. Nella Natura tutto é vivo, auto organizzato.

Nel corpo umano ci sono modelli e strutture ramificate ovunque. Si tratta ovviamente del sistema nervoso della medicina occidentale. Ma nella medicina cinese, ayurvedica e tibetana, i meridiani di energia sono una componente essenziale per capire come funziona il corpo.

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I NADIS, o meridiani energetici, formano strutture ramificate.. Un’autopsia non rivelerá i CHAKRAS o NADIS, ma questo non vuol dire che non esistano. É necessario raffinare gli strumenti che usiamo per poter osservare. In primo luogo, dobbiamo imparare a zittire la mente. Solo allora potremo vedere queste cose, prima di tutto dentro di noi. Nella teoria elettrica, meno resistenza c’é in un cavo, piú facilmente puó trasportare energia. Coltivando l’equanimitá, attraverso la meditazione, si crea uno stato di non resistenza nel nostro corpo. PRANA o CHI, o energia interna: é semplicemente la tua vitalitá interiore, ció che senti quando prendi coscienza da dentro. I fili sottili del nostro corpo che trasportano il prana, i NADIS, riescono a muovere l’energia pranica continuamente, attraverso i Chakra. Questa rete di cavi si fa piú forte nella misura in cui la usi, poiché permetti che l’energia fluisca.

Ovunque ci sia coscienza, il CHI o energia, comincerá a fluire e prospereranno le connessioni fisiche. Nel sistema nervoso e nel cervello, i modelli fisici dei canali si stabiliscono per ripetizione. Se presti attenzione continuamente al tuo interiore e riduci la resistenza alle sensazioni che stai sperimentando, incrementi la tua capacitá energetica.

Nel taoismo, il simbolo del Yin e Yang rappresenta la interpenetrazione a spirale delle forze della Natura. Yin e Yang non sono due e non é uno. L’antico concetto del “HARA” é rappresentato da un Yin e Yang, o remolino a spirale. É il centro di energia localizzato nell’addome, sotto l’ombelico. Hara significa letteralmente mare oceano di energia. In Cina viene chiamato DANTIEN inferiore. In molte forme di arti marziali asiatiche si dice che il guerriero con Hara forte é inarrestabile. Nella tradizione samurai, il rituale di suicidio o SEPUKKO era il HARA KIRI: trapassare l’Hara sconnettendo il Chi, o canale di energia.

Muoversi a partire da questo centro crea il movimento radicato e pieno di grazia che si vede non solo nelle arti marziali, ma anche nei grandi golfisti, ballerine di danza del ventre e nei dervisci giratori sufi. L’essenza dell’Hara é la cultura della coscienza disciplinata, concentrata in un solo punto, la quiete nell’occhio del ciclone. É l’istinto nelle nostre viscere in relazione alla nostra fonte di energia. Una persona con un buon Hara é connessa con la Terra e con la saggezza intuitiva che connette tutti gli Esseri. Pensare con il tuo ventre, “hara de Kanganasaii”, é connetterti con la tua saggezza interiore. Gli antichi aborigeni australiani si concentravano sulla stessa zona, proprio sotto l’ombelico, dove il cordone del grande serpente arcobaleno giaceva arrotolato. Ancora una volta, una rappresentazione di energia evolutiva nell’Umanitá. Non é un caso che la vita nasca proprio in questa zona.

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Il sistema nervoso enterico, anche detto “cervello intestinale”, é capace di mantenere una matrice complessa di connessioni simili a quelle del cervello, con i suoi propri neuroni e neurotrasmissori. Puó agire in modo autonomo, cioé, con intelligenza propria. Si puó dire che il cervello intestinale é una versione frattale del cervello nella testa, o forse, il cervello nella testa é una versione frattale del cervello intestinale.

Un orso sano ha un Hara forte. Quando un orso istintivamente sa dove frugare per trovare erba, segue il movimento del Chi attraverso i suoi sensi, centrato nell’Hara, o ventre. Questa é la connessione dell’orso con la capanna dei sogni, il luogo, nelle tradizioni indigene, da cui proviene tutta la conoscenza, di ritorno alla spirale della vita.

Ma, come facevano gli antichi a conoscere la spirale della vita, se la scienza moderna sta appena cominciando ora a conocere la sua importanza? Chiedilo alle api. Loro non hanno dimenticato come amare. Le api hanno una connessione speciale con la Fonte, come parte di un sistema simbiotico che aiuta la bellezza e la diversitá a fiorire. Sono un ponte tra il macrocosmo e il microcosmo. C’é un cuore che ci unisce tutti, come una mente collettiva, per cosí dire. Come se fosse un cervello aperto, l’alveare invia i suoi sogni al mondo perché si manifestino.

Nella Natura molte creature sanno come agire all’unisono, per muoversi come un unico spirito, in una sola direzione: i branchi di pesci, gli stormi di uccelli, le mandrie. Ma non tutti traggono beneficio dalle altre specie intorno a loro. Per esempio, le cavallette, divorano tutto sul loro cammino. Una cavalletta non ha nessun’altra opzione che agire come cavalletta. Non potrá mai produrre miele o impollinare piante come un’ape. Il comportamento di una cavalletta é rigido, ma un essere umano é unico in questo senso. Noi possiamo agire come un’ape o come una cavalletta. Abbiamo la libertá di cambiare e manipolare i modelli del modo in cui interagiamo con il mondo. Possiamo esistere in simbiosi o come parassiti.

Oggi come oggi, gli Esseri Umani cercano di capire la spirale con la mente razionale, ma non é mai stato il pensiero a connettersi con la spirale della vita. Il pensiero é stato ció che ci ha mantenuti nell’illusione della separazione, all’interno della nostra propria identitá. Il pensiero É la creazione della separazione, l’esperienza di limitazione. Piú ci allineamo con il pensiero, piú ci allontaniamo dalla Fonte. Le culture antiche meno orientate verso il pensiero si allineavano con la spirale in modo piú diretto e personale di quello con il quale ci allineamo noi oggigiorno.

Nell’antica India, Kundalini era una rappresentazione della propria energia interiore che si muove lungo la colonna vertebrale, seguendo un modello a forma di serpente. Nelle antiche tradizioni Yogi dell’India, i mondi interiori delle persone dell’epoca sono paragonabili alle culture che si centravano nell’Hara. Equilibrare il potere della spirale con la quiete dell’osservazione della tua coscienza, significa allinearti con il tuo pieno potenziale evolutivo. Per fiorire come l’Essere originale e multifacetico che fosti concepito per essere.

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IDA, il femminile, o canale lunare, é connesso con il cervello destro e PINGALA, canale maschile o solare, é connesso con il cervello sinistro. Quando questi due canali sono in equilibrio, l’energia fluisce fino ad un terzo canale, SUSHUMNA, nel centro della colonna vertebrale, energetizzando i Chakra e sbloccando il nostro pieno potenziale evolutivo. La parola Chakra é un’antica parola sanscrita che significa “ruota di energia”. Kundalini é nientemeno che la Spirale Primordiale che, come in una danza, fa emergere la tua vita umana, all’esistenza. É un tipo differente di energia, da quello che normalmente conosciamo, come un ponte di “materia prima” per le energie piú sottili. Tu sei quel ponte. Kundalini non é un’energia che puó essere forzata attraverso la volontá, né attraverso lo sforzo o la frizione. É un po’ come coltivare un fiore. Tutto ció che possiamo fare da buoni giardinieri, é preparare la terra e le condizioni adeguate e poi lasciare che la Natura faccia il suo corso. Non si puó far fiorire un fiore prima del tempo. Il fiore cresce seguendo la sua intelligenza, la sua organizzazione lo guida.

La mentalitá egoista che si ossessiona con il mondo esteriore é ció che ti impedisce di sperimentare la tua vera natura vibratoria. Quando la coscienza si rivolge all’interno, assomiglia ai raggi dl sole e comincia a fiorire il loto interiore. A mano a mano che si risveglia Kundalini dentro di noi, cominciamo a notare la spirale distintiva di tutte le cose. In tutti i modelli interni ed esterni questa spirale é il vincolo tra i nostri mondi interiori ed esteriori.

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Guarda il video in spagnolo:

 

 

 

 

 

 

SAI CHI SEI?

Sei coscienza.

Sei amore.

Sei luce.

Sei pace interiore.

Sei allegria e felicitá.

Sei abbondanza e prosperitá.

Sei salute e ricchezza.

Sei bontá e compassione.

Sei pazienza e tolleranza.

Sei parte di Dio.

Sei un essere spirituale che sta avendo un’esperienza materiale.

Ricorda che l’esterno é la coreografia per sperimentare la dualitá e imparare le lezioni necessarie che ti permettono di manifestare la divinitá che hai dentro.

É importante anche che ricordi che dove metti la tua attenzione, metti la tua energia e il tuo potere, quindi concentrati su cose positive.

Non cercare di cambiare l’esterno. Cambia tu, interiormente, e l’esterno cambierá da solo.

E infine, voglio ricordarti che nella misura in cui non realizzi il proposito per il quale ti sei compromessa prima di venire sulla Terra, TI AMMALERAI!

Un punto fermo: l’unica cosa che esiste é DIO e Lui si manifesta  in noi attraverso la COSCIENZA.

AHÓ

VIVI LA TUA VITA COSCIENTEMENTE

Vivi la tua vita coscientemente; ció che puoi perdere sono l’orgoglio, la paura, i timori, l’egoismo, il dubbio e l’incertezza. 

I desideri nobili, quelli che provengono da una mente retta, nascono nel cuore.

Fissa la tua attenzione in ció che desideri e alimentalo tutti i giorni. Devi sentire di tenerlo giá nelle tue mani. Ringrazia come se fosse giá cosa fatta. Attraversa la soglia e lascia indietro le tue paure e i tuoi timori. Essi sono l’unico ostacolo che ti separa da tutto ció che desideri.

Non permettere mai che qualcuno ti dica quello che puoi o non puoi essere…Non c’é limite. Niente é facile o difficile, é la tua mente che interpreta come sará.

Non permettere che i tuoi desideri piú belli svaniscano per mancanza di ambizione. Se giustifichi le tue limitazioni…le avrai. Dire non posso, significa chiudere la porta.

Nessuno fallisce se non si arrende.

Se cammini in direzione del tuo Essere, l’Universo cospirerá con te per fartelo raggiungere. Devi ripeterti continuamente….io posso, io so, io valgo, io sono…

L’atteggiamento che hai é il biglietto che ti porta al tuo destino.

Il passero non pensa se sa o non sa volare, semplicemente ha fiducia nel suo istinto.

Per raggiungere qualsiasi meta é imprescindibile fare il primo passo. Comincia a riconoscere di essere giá tutto ció che puoi Essere.

Ci sono compiti che sembrano impossibili, ma c’é sempre qualcuno che li esegue. Il limite é solo nelle nostre menti. Se accetti di essere chi realmente sei, comprenderai di non avere limiti.

Avere fiducia nell’Essere che realmente siamo, ci apre le porte. I nostri desideri migliori si alimentano di buone intenzioni, speranza, allegria, entusiasmo, fede e soprattutto…d’Amore.

Una persona comincia a morire quando smette di amare, quando perde la speranza, quando non da un senso alla vita, cercando all’esterno la felicitá. Ma all’esterno non c’é niente. Non c’é niente fuori di noi.

Devi tornare bambina…innocente, senza preoccupazioni, senza paura, allegra, felice, rimanendo nell’adesso, senza passato e senza futuro, vivendo nel presente.

Nella tue mani hai la tua vita. Nel controllo della tua mente. Nella saggia scelta dei tuoi pensieri. Chi governa la sua mente, governa la sua vita.

Segui il tuo cammino, abbi fiducia nella saggezza che c’é in te, quella che non ha limiti, quella che sa chi É.

AHÓ

MONDI INTERNI, MONDI ESTERNI – parte 1

Al principio era il LOGOS, la grande esplosione, l’OM primordiale. La teoria del Big Bang dice che l’Universo fisico é sorto vertiginosamente da un punto singolare incredibilmente denso, un miliardo di volte piú piccolo della cruna di un ago. Non dice perché né come. Piú una cosa é misteriosa piú crediamo di capirla. Le immagini del telescopio Hubble mostrano che l’espansione dell’Universo sembra accellerare espandendosi sempre di piú dall’originale Big Bang. In qualche modo c’é piú massa nell’Universo di quella che la fisica pensava. La spiegazione, secondo i fisici, é che l’universo sia composto di solo un 4% di materia atomica, ció che noi consideriamo materia normale. Il 23% dell’universo sarebbe materia oscura e il 73% energia oscura, che precedentemente si pensava fosse spazio vuoto. É come un sistema nervoso invisibile che percorre tutto l’universo mantenendo in connessione tutto ció che esiste.

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Gli antichi maestri vedici insegnavano “NADA BRAHMA”, l’universo é vibrazione, il campo vibratorio é la radice di ogni vera esperienza spirituale e ricerca scientifica reale. É lo stesso campo di energia che santi, budda, mistici, yoguis, sciamani, sacerdoti e vedenti hanno osservato dentro se stessi. É stato chiamato Akasha, l’OM primordiale, la musica delle sfere ed innumerevoli altri nomi nel corso della storia. É la radice comune di tutte le religioni ed é il vincolo tra i nostrin mondi interni ed esterni.

PRIMA PARTE: AKASHA

Nel secolo III il buddismo MAHAYANA descrisse una cosmologia non molto diversa da quella della piú avanzata fisica moderna. La rete di Indra é una metafora nata per descrivere un insegnamento vedico molto piú antico che illustra il modo in cui si tesse la trama dell’universo. INDRA, il re degli dei, fece nascere il sole e muove i venti e le acque. Immagina una ragnatela che si estende in tutte le dimensioni, formata da gocce di rugiada ed ogni goccia contiene il riflesso di tutte le gocce, e in ogni riflesso si percepisce il riflesso delle gocce piú minuscole. La rete di Indra potrebbe essere descritta come un universo olografico dove perfino il piú piccolo raggio di luce contiene il modello completo della totalitá.

A volte si fa referenza allo scienziato serbo-americano NIKOLA TESLA come l’uomo che inventó il XX secolo. Tesla fu lo scopritore della corrente alternata e di molte altre cose che sono ora parte della vita quotidiana. Dovuto al suo interesse per le piú antiche tradizioni vediche, Tesla era in una posizione unica per comprendere la scienza attraverso modelli sia orientali che occidentali. Come tutti i grandi scienziati, Tesla ricercó profondamente i misteri del mondo esteriore, peró osservó altrettanto profondamente il suo interiore. Come gli antichi Yogi, Tesla utilizzó il termine AKASHA per descrivere il senso etereo che si estende in tutto ció che esiste. Tesla studió con SWAMI VIVEKANANDA, uno yogi che portó gli antichi insegnamenti dall’India all’Occidente. Negli insegnamenti vedici Akasha é lo spazio, lo spazio in cui esistono gli elementi e che esiste simultaneamente alla vibrazione. Sono inseparabili.

Un concetto moderno che puó aiutarci a concettualizzare Akasha, o la sostanza primaria, é l’idea dei frattali. É stato solo negli anni ’80 con i progressi dell’informatica, che si é ´potuto visualizzare e riprodurre con realtá matematiche, i modelli della Natura. Il termine “frattale” fu coniato dal matematico Benoit Mandelbrot nel 1980; egli studió delle equazioni matematiche semplici, che quando si ripetono producono una serie interminabile di cambi nelle forme matematiche e geometriche. Un frattale é una forma geometrica, che si puó dividere in varie parti, le quali saranno una copia ridotta del modello completo. Una proprietá chiamata autosomiglianza. I frattali di Mandelbrot sono stati denominati “le impronte digitali di Dio”.

Sono opere d’arte create dalla natura. Se si gira la figura di Mandelbrot in un certo modo, assomiglia molto ad una divinitá Indú o ad un Budda. É infatti stata chiamata anche Buddhabrot.

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Se guardiamo con attenzione alcune espressioni artistiche e architettoniche antiche, vedremo che l’Essere Umano ha sempre associato la bellezza e la sacralitá a modelli frattali; infinitamente complessi ma ogni parte contiene il seme per ricreare l’insieme. I frattali hanno cambiato il punto di vista dei matematici riguardo alla percezione e al funzionamento dell’Universo. Ogni progresso fa sorgere differenze dall’originale, il cambio e la trasformazione costante avvengono nella misura in cui attraversiamo il livello da un frattale ad un altro. Questa trasformazione é la spirale cosmica. L’intelligenza intrinseca della matrice dello spazio-tempo. I frattali sono caotici nella loro essenza: contengono rumore e ordine.

Quando le nostre menti riconoscono e definiscono un modello, ci concentriamo su di esso con un’idea, un concetto. Cercare di comprendere un frattale con i sensi equivale a limitare il suo movimento. Tutta l’energia dell’universo é neutra, senza tempo e senza dimensioni. La nostra creativitá e la nostra capacitá di riconoscere modelli é la relazione tra microcosmo e macrocosmo. Il mondo eterno delle onde e il solido mondo delle cose. L’osservazione é un atto di creazione attraverso le limitazioni inerenti del pensiero. Stiamo creando l’illusione della soliditá, l’illusione delle cose, etichettandole e dando loro un nome.

Il filosofo Kierkegaard disse. “se mi dai un nome, mi limiti”. Dandomi un nome, un’etichetta, neghi le altre possibilitá che io potrei essere, incaselli la particella ad essere una cosa, dandole un nome, rendendola concreta, ma allo stesso tempo la stai creando, la definisci in modo che esista.

La creativitá é la nostra natura piú elevata. Con la creazione delle cose, viene il tempo, il quale crea l’illusione della soliditá.

Einstein fu il primo scienziato a capire che ció che noi consideriamo spazio vuoto non é il “nulla”; possiede proprietá e quasi incalcolabili quantitá di energia, parte intrinseca della natura dello spazio. Il famoso fisico Richard Feynman disse in un’occasione: “c’é sufficiente energia in un solo metro cubo di spazio, per bollire tutti gli oceani del mondo”. I meditatori avanzati sanno che nel silenzio si trova il maggior potere. Buddha usava un altro termine per la sostanza primaria, la chiamava Kalapas. Le Kalapas sono una specie di particelle o onde minuscole che sorgono e spariscono miliardi di volte al secondo. In questo senso, la realtá, é come una serie di inquadrature in una videocamera olografica che si muovono rapidamente per creare l’illusione della continuitá. Quando la coscienza rimane completamente immobile, si comprende l’illusione, poiché é proprio la coscienza che genera l’illusione.

Nelle antiche tradizioni orientali era noto da migliaia di anni che tutto é vibrazione. NADA BRAHMA: l’Universo é suono. La parola NADA significa suono o vibrazione e BRAHMA é il nome di Dio. BRAHMA allo stesso tempo é l’Universo ed é il Creatore. L’artista e l’arte sono inseparabili. Nelle UPANISHAD, uno dei piú antichi scritti dell’antica India, si dice che Brahma, il Creatore, era seduto su un Fior di Loto, aprí gli occhi e il mondo nacque. BRAHMA chiude i suoi occhi e un intero mondo smette di esistere. Alcuni mistici, yogi e saggi sostengono che c’é un campo a livello della radice della coscienza; il campo AKASHIKO o i registri AKASHICI, dove tutta l’informazione, tutte le esperienze passate, presenti e future esistono adesso e sempre. É da questo campo, o matrice, che sorgono tutte le cose: dalle particelle subatomiche, alle galassie, le stelle, i pianeti e tutta la vita. Non puoi vedere nulla nella sua totalitá poiché tutto é formato da strati e strati di vibrazioni e sta costantemente cambiando. Un intercambio continuo di informazione con AKASHA: un albero beve dal Sole, dall’Aria , dalla Pioggia e dalla Terra. Un mondo di energia entra ed esce da questa cosa chiamata albero. Quando la mente pensante rimane nella calma e osserva la realtá cosí com’é, tutti gli aspetti nel loro insieme, l’albero, il cielo e la terra, la pioggia e le stelle, non sono separati. La vita e la morte, l’IO e l’altro, non sono separati, cosí come la montagna e la valle sono inseparabili.

Nelle tradizioni indigene degli Stati Uniti e in altre antiche culture si dice che ogni cosa ha Spirito, che in altre parole vuol dire che “tutto é connesso con l’unica Fonte di vibrazione”; c’é una coscienza, un campo, una forza che si muove attraverso tutto. Questo campo non si manifesta intorno a te ma attraverso di te e per mezzo della tua essenza. Tu sei la U della parola Universo. Sei gli occhi con i quali la Creazione osserva se stessa. Quando ti risvegli da un sogno ti rendi conto che tutto il sogno era parte di te, tu lo stavi creando. La stessa cosa vale per ció che chiamiamo vita reale. Ogni individuo ed ogni cosa sei tu; un’unica coscienza che vede attraverso ogni occhio, sotto ogni roccia, dentro ogni particella.

I ricercatori internazionali del CERN, il laboratorio Europeo della Ricerca Nucleare, stanno cercando questo campo che si estende oltre tutte le cose, ma invece di guardare verso l’interno, cercano nel mondo fisico esterno. Scienziati del laboratorio CERN di Ginevra hanno annunciato la scoperta della particella di Dio, o bosone di Higgs. Gli esperimenti sul bosone di Higg hanno dimostrato scientificamente che un campo di energia invisibile colma il vuoto dello spazio. Il grande accelleratore di particelle del CERN consiste in un anello di 17 miglia di circonferenza nel quale due fasci di particelle corrono in direzione opposta, convergendo e schiantandosi, alla velocitá della luce. Gli scienziati hanno potuto osservare ció che sorge da queste violente collisioni. Il modello standard non puó spiegare come le particelle ottengono la loro massa. Tutto sembra essere composto da vibrazioni ma non c’é nessuna “cosa” che venga fatta vibrare. É come se ci fosse un ballerino invisibile, un’ombra, che danza occulta nella valle dell’Universo. Tutti gli altri ballerini hanno sempre danzato intorno a questo ballerino occulto. Possiamo osservare la coreografia ma, fino ad ora, non  abbiamo potuto vedere il ballerino: la denominata “particella di Dio”, l’energia inspiegabile che mette in moto l’espansione dell’Universo. Peró, anche se lontano dallo spiegare la vera natura dell’universo, la scoperta del bosone di Higgs, semplicemente presenta un mistero ancora piú grande, lasciando allo scoperto un universo che é ancora piú misterioso di ció che potevamo immaginare. La scienza si avvicina alla soglia tra coscienza e materia. L’occhio con il quale osserviamo il campo primordiale e l’occhio con il quale il campo ci osserva, sono uno e lo stesso.

Il celebre scrittore tedesco Goethe disse: ” l’onda é il fenomeno primordiale che ha dato origine al mondo”.

La cimatica é lo studio del suono visibile. La parola “cimatica” viene dalla radice greca “KUMA” che significa onda o vibrazione. Uno dei ´primi scienziati occidentali che studió con attenzione il fenomeno delle onde fu Ernst Chladni, un musicista e fisico tedesco che visse nel XVIII secolo. Chladni scoprí che spargendo sabbia su placche di metallo e facendo poi vibrare le placche con un archetto di violino, la sabbia si sistemava in figure che seguivano dei modelli. Diverse forme geometriche apparivano a seconda della vibrazione prodotta. Chladni registró un catalogo completo di queste forme che si conosce come le “Figure di Chladni”.

cimatica-vocaliMolti di questi modelli si possono trovare nel mondo della natura. É il caso dei disegni distintivi sul carapace delle tartarughe, o i modelli delle macchie del leopardo. Lo studio dei modelli di Chladni, o modelli cimatici, é uno dei metodi segreti con cui i fabbricanti di chitarre, violini e altri strumenti di alta qualitá, provano la qualitá del suono emessa. Hans Jenny portó avanti il lavoro di Chladni negli anni ’60 usando diversi liquidi e amplificazioni elettroniche, per generare frequenze di suono e conió il temine “cimatica”. Se si inviano onde sinusoidali semplici attraverso un recipiente con acqua, si possono vedere i modelli nell’acqua. A seconda della frequenza dell’onda appariranno diversi modelli di figure. Piú elevata la frequenza, piú complesso il modello. Queste forme sono ripetibili, non aleatorie. Piú osservi e piú cominci a vedere come la vibrazione organizza la materia in forme complesse, che hanno avuto inizio con semplici onde ripetitive. Questa vibrazione dell’acqua, per esempio, ha un modello simile a un girasole

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Solo cambiando la frequenza del suono si ottiene un modello diverso.

L’acqua é una sostanza molto misteriosa, é altamente impressionalbile, cioé puó ricevere e trattenere la vibrazione; dovuto alla sua capacitá e sensibilitá di risonanza tanto alta e alla sua predisposizione interna per risuonare, l’acqua risponde istantaneamente a tutti i tipi di onde acustiche. Acqua e Terra vibrante costituiscono la maggior parte della massa nelle piante e negli animali. É facile osservare come semplici vibrazioni nell’acqua possono creare modelli riconoscibili naturali, peró e mano a mano che aggiungiamo solidi e aumentiamo l’ampiezza le cose si fanno ancora piú interessanti. Agggiungendo, per esempio, fecola di mais all’acqua otteniamo fenomeni piú complessi. Forse i principi della vita stessa si possono osservare a seconda di come le vibrazioni muovono  le bolle di amido di mais come ció che sembra essere un organismo in movimento.

Il principio che anima l’Universo si descrive in tutte le grandi religioni usando parole che riflettono le conoscenze di questo momento storico. Nella lingua degli INCAS, l’impero piú grande dell’America precolombiana, la parola per corpo umano é ALPA CAMASCA, che significa letteralmente “terra vivente”. Nella KABBALAH e nel misticismo ebreo parlano del nome divino di Dio come il nome impronunciabile; non si puó pronunciare perché é una vibrazione che si trova in ogni luogo. Si tratta di tutte le parole, tutta la materia. TUTTO é la parola sacra.

Il TETRAEDRO  é la forma piú semplice che puó esistere in tre dimensioni. Una cosa deve avere per lo meno quattro punti per avere realtá fisica. La struttura del triangolo é l’unico modello della natura che si auto equilibra. Nell’Antico Testamento la parola “TETRAGRAMATON” é utilizzata spesso per rappresentare una certa manifestazione di Dio.Viene usato per parlare della parola di Dio, LOGOS, o la parola primordiale. Le antiche civiltá sapevano che nella struttura della radice dell’Universo c’era la figura tetraedrica. In questo modo la Natura esibisce un impulso fondamentale verso il cambio – SHAKTI.

Nella Bibbia, il Vangelo secondo Giovanni dice “Al Principio era la parola”, ma nel testo originale il termine utilizzato fu LOGOS. Il filosofo greco Eraclito, che visse circa 500 anni prima di Cristo, si riferí al LOGOS come a qualcosa di fondamentalmente inconoscibile, l’origine di ogni ripetizione, modello e forma.

I filosofi stoici che seguirono gli insegnamenti di Eraclito, identificano il termine con il principio ispiratore divino che impregna l’Universo. Nel SUFISMO , il LOGOS é in ogni luogo e in ogni cosa. É ció attraverso cui l’immanifesto si manifesta. Nella tradizione indú, SHIVA NATARAJA significa letteralmente “signore della danza”. Il cosmo intero danza al ritmo del tamburo di SHIVA. Tutto é imbevuto e impregnato della pulsazione. Il mondo puó continuare a evolvere e a cambiare, solo se Shiva continua a danzare. In caso contrario, collasserá di ritorno al nulla. Mentre Shiva rappresenta la nostra coscienza di spettatori, Shakti é la sostanza o la materia del mondo. Mentre Shiva rimane ferma in meditazione, Shakti incita alla danza. Come YIN e YANG, il ballerino e il ballo esistono come UNO. LOGOS significa anche veritá inoccultabile; chi conosce il LOGOS  conosce la veritá. Esistono molti strati di copertura nel mondo umano a causa dei molteplici giri di AKASHA, fino a trasformarsi in strutture complesse che occultano la loro stessa Fonte. Come un gioco divino di nascondino , l’abbiamo nascosta da migliaia di anni e ci siamo completamente dimenticati del gioco. In qualche modo, ci siamo dimenticati che c’é qualcosa da trovare. Nel buddismo si insegna, attraverso la meditazione, a percepire direttamente il LOGOS, il campo del cambio, o impermanenza, del nostro essere interiore. Quando osservi il tuo mondo interiore, osservi le sensazioni e energie piú sottili, a seconda di come si concentra e si fissa la mente. Attraverso la comprensione diretta di ANICCA, o impermanenza, a livello della radice della sensazione, uno si libera dell’attaccamento alle forme esterne transitorie. Una volta che prendiamo coscienza che c’é un campo vibratorio che é la radice comune di tutte le religioni, come possiamo dire,” la mia religione” o “il mio credo”?

La vera crisi del nostro mondo non é di carattere sociale, politico o economico. La nostra crisi é una crisi di coscienza, l’incapacitá di sperimentare direttamente la nostra vera natura. L’incapacitá di riconoscere questa natura in tutto ció che esiste.

Nella tradizione buddista il “BODHISATTVA” é la persona con una natura risvegliata. Un bodhisattva si compromette ad aiutare a risvegliare ogni essere nell’Universo, perché comprende che esiste una sola coscienza. Per risvegliare il vero Essere, si devono risvegliare tutti gli Esseri. “Esistono innumerevoli Esseri coscienti nell’Universo che mi comprometto ad aiutare a risvegliare. Le mie imperfezioni sono inesauribili. Prometto di vincerle tutte. Il DHARMA é inscrutabile; mi comprometto a conoscerlo. Il cammino del risveglio sembra irraggiungibile. Mi comprometto a raggiungerlo”.

Guarda il video in spagnolo:

BHAGAVAD GITA

“Un muni controlla i suoi sensi, la mente e l’intelletto e rimuove i loro contatti esterni equilibrando prana apana nelle narici. Egli fissa il suo sguardo nel mezzo delle due sopracciglia convertendo la corrente duale della vista fisica nella corrente singola dell’onniscente occhio spirituale. Tale muni ottiene la libertá assoluta.”

INTERPRETAZIONE SPIRITUALE DI PARAMHANSA YOGANANDA

Un muni (letteralmente “unito con l’Uno”) é uno yogi che puó ritirare a volontá la sua coscienza dagli oggetti esterni dei sensi e dall’attrazione mentale verso di essi. Usando la discriminazione, il muni osserva l’anima (identificata con l’ego dall’asservimento ai sensi) sottoposta a innumerevoli sofferenze fisiche e mentali.

Con la tecnica particolare del Kriya Yoga, il respiro inalante del prana e quello esalante dell’apana sono convertiti in corrente fresca e calda. All’inizio della pratica del Kriya Yoga il devoto percepisce la corrente fresca ascendere lungo la spina dorsale e quella calda discendere per la stessa via, accompagnando il respiro inalante ed esalante. Il kriya yogi avanzato vede che il respiro interno del prana e quello esterno dell’apana sono stati “equilibrati”; egli sente solo la fresca corrente del prana che ascende lungo la spina dorsale e la calda corrente dell’apana che discende lungo la stessa via.

L’uomo comune deve imparare prima di tutto che il prana o corrente cristallizzante (che scorre attraverso i cinque canali dei sensi e il sistema nervoso, e sostiene gli organi vitali e i venticinque miliardi di cellule corporee) é collegato principalmente con il respiro inalante; mentre l’apana o corrente eliminatoria (che rimuove le impuritá del corpo) si manifesta come il respiro esalante che libera il corpo dai gas velenosi di diossido di carbonio. Il respiro inalante é genericamente chiamato chiamato prana; ma la forza vitale intelligente, o prana, é anche il creatore del corpo simmetrico dell’uomo a partire dalle cellule ovariche e dallo spermatozoo microscopico; il prana é anche l’elemento specifico mediante il quale l’ossigeno del respiro inalante viene mutato in forza vitale.

La comune materia consiste di tessuti, fatti di molecole. Le molecole sono fatte di atomi; gli atomi sono formati da elettroni e protoni. Elettroni e protoni  sono composti di forza vitale intelligente: prana o vitatroni. Inoltre, la corrente pranica, o i vitatroni possono essere dissolti nella loro fonte, i “pensieri-troni di Dio”.

-E Dio disse: “Sia la luce”. E la luce fu-. (Genesi 1: 3). Cioé, il pensiero di Dio vibró nella luce della vita cosmica o del prana cosmico; e il prana cosmico fu poi materializzato in elettroni, protoni, atomi, molecole, cellule e materia. Come in un film, le illusioni di solida terra, acqua, luce del sole, elettricitá, gas, esplosioni atomiche, o le manifestazioni di vita e pensiero negli uomini, sono tutte vibrazioni di luce e ombre -cosí come questa terra con tutti i suoi solidi, liquidi, gas, energia, vita e i pensieri negli esseri umani, sono vibrazioni e relativitá dei pensieri di Dio, della Sua luce cosmica e delle ombre della Sua maya illusoria.

Il pensiero cosmico di Dio si manifestó dapprima come prana o forza vitale di luce, e infine come la materia del macrocosmo. Il corpo microcosmico dell’uomo é composto dall’anima individuale e da una specifica forza vitale. Pensiero, vita e carne; coscienza cosmica, vita cosmica e materia cosmica, sono soltanto tre vibrazioni differenti del pensiero di Dio – come la coscienza di un sognatore produce una vivida creazione. Svegliandosi l’uomo realizza che ciascun corpo di sogno fatto di carne, vita e pensiero – tre percezioni distinte – s’é fuso in un’unica sostanza-pensiero immanifesta.

Il kriya yogi impara a dissolvere il respiro inalante ed esalante nella percezione delle correnti fresche e calde che salgono e scendono lungo la spina dorsale. Egli sente che il suo corpo é sostenuto dalle correnti interiori di forza vitale, e non dal respiro. Inoltre realizza che le correnti sono sostenute dal Verbo, ovvero dalla divina luce cosmica vibratoria del prana che entra nel corpo, attraverso il midollo allungato. Questa forza vitale viene alloggiata nei plessi cerebrale, midollare, cervicale, dorsale, lombare, sacrale e coccigeo, che poi trasmettono energia al corpo fin nelle cellule piú piccole. Il midollo allungato dell’uomo puó essere considerato “la bocca di Dio”, perché é l’apertura principale per l’afflusso divino della forza vitale.

Il kriya yogi converte i due distinti impulsi d’inalazione ed esalazione in due correnti vitali, la fresca prana  e la calda apana, percepite nella spina dorsale. Quindi realizza la veritá del detto di Gesú: che per l’uomo non é necessario dipendere dal respiro esterno (dal “pane” o da qualsiasi altro sostentamento esterno) per vivere. Lo yogi percepisce che le due correnti che salgono e scendono lungo la spina dorsale traggono continuamente e magneticamente un voltaggio extra di corrente dall’onnipresente forza vitale cosmica che scorre perennemente nel midollo allungato. Gradualmente egli vede che le due correnti spinali vengono mutate in un’unica forza vitale, attirando magneticamente altro prana da tutte le cellule e i nervi del corpo.. Questa corrente vitale rafforzata ascende poi fino al punto tra le sopracciglia, dove appare come lo sferico occhio astrale di tre colori. Gesú si riferí a questo occhio “singolo” al centro della fronte, e alla veritá che il corpo é essenzialmente formato di luce, con le seguenti parole: “Se perció il tuo occhio é singolo, tutto il tuo corpo sará pieno di luce”,(Matteo 4: 4).

Quando lo yogi riesce a far penetrare la sua mente nell’occhio spirituale, percepisce il suo corpo fatto non di carne, ma di minuscole cellule di luce di protoni. elettroni e vitatroni. Il corpo fisico é formato da due strati di correnti: le correnti atomiche che appaiono come carne e uno strato piú sottile di protoni ed elettroni. Il corpo elettrico-protonico emana a sua volta dalle correnti di luce pranica del corpo astrale supersottile.

L’intero corpo astrale dell’uomo é composto di varie densitá di luce, proprio come il corpo fisico é costituito dei diversi tessuti di pelle, carne, ossa e organi interni. La particolare forza vitale astrale presente nel corpo fisico é chiamata prana. Questa forza vitale é quintuplice, perché compie le cinque funzioni fisiche di cristallizzare o solidificare nuova carne, eliminare le impuritá, far circolare il sangue, assimilare il cibo e, col metabolismo, creare vari tessuti dall’unica fonte del sangue.

Con il suo occhio sferico il kriya yogi vede il suo corpo astrale fatto di vitatroni: le cellule di prana astrale. Egli percepisce che la Luce Cosmica della Vita riflette i suoi raggi attraverso l’occhio spirituale astrale nel cervello astrale e nei plessi e nervi astrali, per sostenere le cellule del corpo astrale. Vede inoltre che il suo corpo fisico é solo una luce piú grossolana di elettroni, protoni e atomi che emanano dal piú sottile corpo astrale. Avanzando ulteriormente lo yogi percepisce che sia il suo corpo fisico che quello astrale emanano dal suo corpo causale o ideazionale, composto dai pensieri-troni coordinati di Dio.

Questa conoscenza é necessaria per comprendere che il corpo, la forza vitale e la mente che formano la gabbia dell’anima sono in realtá dei pensieri di Dio che vibrano in maniera differente. Con la pratica del kriya, lo yogi stacca in modo scientifico la sua mente dalle grossolane percezioni dei sensi e realizza che coscienza e forza vitale (prana o luce cosmica) sono alla base di tutta la materia. Il kriya yogi adotta un metodo scientifico per stornare mente e ragione dalla percezione del corpo fisico; elevandosi oltre la percezione grossolana del respiro, egli percepisce il corpo come luce e coscienza.

LETTERA AI GOVERNI

CARI GOVERNANTI DEL PIANETA,

SIAMO QUELLI CON GLI OCCHI PIENI DI LUCE

Siamo le donne e gli uomini che ci siamo risvegliati dal Tempo del Letargo.

Noi che camminiamo il sentiero dell’Amore, della Coscienza, del Rispetto. Ci responsabilizziamo della nostra Vita, della nostra felicitá e salute. Educhiamo in modo diverso i nostri figli.

Siamo coloro che stanno giá cambiando il mondo. Non solo con elezioni ogni quattro anni, ma con scelte di vita giornaliere.

La Terra é la nostra casa. Siamo tornati a ringraziarla, a proteggerla,a prenderci cura di lei. A piantare semi primigeni, a evitare il veleno, a rispettare gli animali.

Non siamo contro di voi. Siamo a favore dell’Amore, della Compassione della Libertá, dell’Armonia.

Sappiamo che il dolore che vediamo fuori, nasce dal nostro dolore interno. Che la soluzione ai problemi é IO SONO.

Annaffiamo con la nostra attenzione solo ció che vogliamo che cresca. Costruiamo l’ALTERNATIVA. Quella che preferiamo vivere. E l’appoggiamo giorno per giorno.

Avanziamo curando noi stessi e curando cosí il mondo, iniziando da dentro.

Cosí é la nostra rivoluzione pacifica. Il cambio c’é giá. Siamo inarrestabili. Siamo la Gran Tribú di tutte le Culture e le Razze e parliamo una sola lingua: il Linguaggio del Cuore.

Non sottovalutate la nostra forza, che é la forza delle montagne, degli oceani, della Vita.

Non sottovalutate il nostro Spirito non negoziabile, che é lo Spirito dell’Universo.

Siamo quelli con gli occhi pieni di Luce.

Sappiamo qual é il Cammino.

L’Amore ci guida.

AHÓ